L’EDITORIALE DEL DIRETTORE GIOVANNI CESCHI
“CRESCERE ANCORA”
Quarto anno in terza serie. A Trento – è notizia nient’affatto scontata – non succedeva da trentacinque anni. Quel che più conta, ogni campionato dal 2021/22 ha fatto segnare un piccolo ma significativo traguardo di crescita: salvezza ai play-out, salvezza diretta, accesso ai play-off per la prima volta nella storia gialloblù. Non può che significare la presenza, alla base, di una società che sta crescendo, alla guida di un movimento calcistico provinciale che il professionismo vuole tornare a frequentarlo non più da turista episodico, com’è stato finora nel nuovo millennio. Quanto una simile conferma debba considerarsi importante e mai scontata lo dimostra, per converso, l’estrema difficoltà delle società trentine a confermarsi sotto Borghetto anche nella più bassa serie nazionale: tante meteore in serie D, poche esperienze di continuità nel confronto con Lombardia e Triveneto.
L’estate 2024 ha salutato anche un importante anniversario: i dieci anni alla presidenza di Mauro Giacca. Con l’entusiasmo di un ultras in curva Mair e al contempo con la solidità di un manager che si veste di crescente realismo e capacità attrattiva per il nostro mondo imprenditoriale. Parlare di “comunità” non è retorica: è quasi obbligo civico, sperduti come siamo in un panorama sempre più affollato di foschi presagi per i giovani, cittadini del domani ai quali dev’essere rivolto ogni sforzo da parte di un sodalizio sportivo che – ricordiamolo – esiste per produrre divertimento e socialità.
Anche le vittorie sportive, specie quelle della prima squadra, servono. Eccome. Servono a creare entusiasmo e a cementare un patto di fiducia; ma esse arrivano solo se c’è un progetto delineato da persone perbene e professionisti seri. Grati ancora a Francesco Baldini per la vincente avventura di questa primavera, salutiamo ora a capo del progetto tecnico Luca Tabbiani, il cui profilo abbiamo tratteggiato nell’intervista che trovate all’interno. Un “allenatore gentile” – felice ossimoro – di ritorno a Trento con l’emozione del ragazzino che era quando, nel 2001/02, penultima fiammata di professionismo prima di un ventennale declino, approdò alla corte di Claudio Terzulli e poi di Luciano Miani. Un allenatore che ha già dimostrato d’essere capace di convincere e divertire: imponendo il proprio gioco e mettendosi in gioco, a viso aperto, con tutti. La vittoria all’Euganeo con l’Arzignano, sofferta e coraggiosa, è stata una perfetta sintesi di quanto abbiamo visto in questo primo mese: e l’artigliata di Samuel Di Carmine per il terzo gol è promessa di rapacità per aquilotti fin qui capaci di voli eleganti ma poco rapaci. Nel calcio la vittoria non è solo una ciliegina sulla torta; e il nuovo prato del Briamasco ora è lì proprio per scrivere nuove pagine di storia gialloblù.
Cominciamo a sfogliarle con emozione, già a partire dal presente numero pieno di progetti e di novità (come il “Controcampo” subito dopo quest’editoriale, a ospitare in ogni numero una firma prestigiosa del nostro giornalismo sportivo) che hanno come comune denominatore la passione gialloblù.